Nota informativa n. 7 del 24/03/2021
Il decreto sostegni (decreto-legge 22 marzo 2021, n. 41) ha fornito pochi strumenti di supporto al terzo settore.
Il grande assente di fatto resta il ristoro (art. 1 del provvedimento) in quanto diretto anche agli enti non commerciali ma esclusivamente a quelli in possesso di partita iva e con un accesso al beneficio determinato dal calo delle sole entrate di natura commerciale.
Non è stata introdotta inoltre alcuna garanzia pubblica al credito per gli enti del terzo settore che non svolgono attività commerciale: la misura scaduta nel dicembre scorso non è stata infatti prorogata. Con questo – come evidenziato dalla Portavoce del Forum Terzo Settore Claudia Fiaschi – “si è persa una buona occasione per riparare ad una incongruenza ma soprattutto per dare un po’ di sostegno al mondo del volontariato e delle associazioni che stanno dando un grande aiuto in questa emergenza” e “senza aiuti concreti molte associazioni rischiano di non poter più riaprire. Ne faranno le spese le persone più fragili e le comunità più deboli. Non aiutare il Terzo settore significa indebolire la nostra capacità collettiva di solidarietà e la coesione sociale.”
L’incremento al Fondo straordinario per il sostegno degli enti del Terzo settore per un importo di 100 milioni di euro per l’anno 2021, contemplato dall’articolo 14, è positivo ma le risorse sono decisamente insufficienti per gli oltre cento mila enti che potrebbero potenzialmente beneficiarne e inoltre le risorse restano ancora inutilizzate in attesa dei provvedimenti di attuazione, come evidenziato sempre da Claudia Fiaschi.
Si ricorda che il Fondo è stato istituto dal decreto-legge 9/11/2020 n. 149 per interventi in favore delle organizzazioni di volontariato (Odv) iscritte nei registri regionali e delle province autonome, delle associazioni di promozione sociale (Aps) iscritte nei registri nazionale, regionali e delle Province autonome di Trento e Bolzano, nonché delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale (Onlus), iscritte nella relativa anagrafe. Il fondo è gestito dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali che stabilisce i criteri di ripartizione delle risorse tra le Regioni e le Province autonome, anche al fine di assicurare l’omogenea applicazione della misura su tutto il territorio nazionale.
“Ci auguriamo – conclude Fiaschi – che Governo e Parlamento ci ripensino e vogliano porre rimedio ad una situazione che sta diventando ormai insostenibile.”